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Breviario

1315 circa

San Michele della Chiusa

Provenienza: Parrocchia di S. Giovanni Vincenzo di Sant’Ambrogio di Torino (lascito del vicario generale don Gioseffo Bertolo)

 

Vol. I: ms. membr. Lat., mm 195 x 132, ff. III cart. + 309 + III cart., scrittura gotica testuale su due colonne, 32 righe, rubriche, glosse, notazione quadrata su tetragramma nero, iniziali intarsiate e a filigrana, legatura secentesca in cuoio impresso.

 

Vol. II: ms. membr. Lat., mm 195 x 132, ff. III cart. + 354 + III cart., scrittura gotica testuale su due colonne, 32 righe, glosse, notazione quadrata su tetragramma nero, iniziali intarsiate, a filigrana e miniate, legatura secentesca in cuoio impresso.

 

Tra il Seicento e il Settecento il Breviario, specificatamente “secundum consuetudinem monasterii Sancti Michaelis de Clusa” (vol. I., f. 60), si trovava a Torino, nella biblioteca del Collegio dei Gesuiti, dove era probabilmente arrivato dopo la soppressione del monastero clusino (1622): lo provano le note di possesso sul primo foglio di ciascun volume (“Collegii Taurinensis Soc. Jesu cath. Inscrip.”) e i cartellini con la segnatura, apposti sulla legatura. Ancora a Torino nel 1757, i due volumi dovettero anda dispersi con la prima soppressione dell’ordine (1773) per poi ricomparire, prima del 1810, a Sant’Ambrogio.

Il Breviario ha diverse lacune, le più più ampie nel primo volume, che ha perduto i due fascicoli iniziali, col calendario e una parte dei Salmi. Dal punto di vista del contenuto è di grande interesse il fatto che le 12 lezioni per l’ufficio notturno della festa di san Giovanni Vincenzo (il fondatore del monastero) e le altre 12 per lo stesso ufficio nel giorno dell’ottava contengono la parte iniziale e finale della Vita sancti Iohannis confessoris, testo giò noto e pubblicato, ma nell’unica e tarda redazione trasmessa dal ms. 371 della Biblioteca Estense di Modena (prima metà del XV secolo).

Il Breviario si deve alla commitenza di Guglielmo di Savoia, abate di San Michele della Chiusa tra il 1310 e il 1325, eseguito in anni senza dubbio vicini al 1315, vista l’insistenza con cui sono ricordate due disposizioni liturgiche introdotte nel Capitolo generale di quell’anno. Oltre ad una fitta serie di iniziali a pennello rosso e blu o intarsiate, con ornati a filigrana, presenta anche, nel secondo volume, in corrispondenza della festività di san Michele (f. 208v), una straordinaria pagina miniata, senza confronto per vivacità e inventiva: all’interno di una grande F il santo uccide il drago, ma l’iniziale è tutto un groviglio di foglie e viticci che si avvolgono intorno alle aste, di draghetti che addentano il corpo della lettera, di draghi più grossi calati lungo i margini della pagina, ad azzannare una coda o ad affrontarsi testa contro testa. L’agitarsi frenetico di queste creature dalle sgargianti ali di pipistrello mette quasi in secondo piano l’azione del protagonista, un elegante san Michele dal corpo flessuoso e dai capelli acconciati alla francese, che stringe al petto uno scudo con croce sabauda mentre immerge la lancia nelle fauci di un minuscolo draghetto. Alla base di questa raffigurazione, un po’ in ritardo rispetto alla data di esecuzione del codice, sta senza dubbio la cultura gotica francese, ampiamente attestata in Piemonte e forse recepita proprio per questo tramite: non a caso il riscontro più pertinente è quello con gli affreschi del cosiddetto “Maestro dei Radicati”, nel chiostro di Santa Maria di Vezzolano (1290 circa), ma ci sono anche rimandi verso un gotico d’impronta più propriamente padana, verso opere, per esempio, come la Bibbia bolognese appartenuta a san Tommaso d’Aquino (Torino, Biblioteca Nazionale, ms. D.V.32, 1260 circa), alla Certosa di Montebracco nel XIV secolo, o il Sermone dell’Antico e del Nuovo Testamento di Pietro da Barsegapè (Milano, Biblioteca Braidense, ms AD XIII 48, 1300 circa).

 

Scheda redatta da C. Segre Montel in F. Crivello – C. Segre Montel (a cura di), Carlo magno e le Alpi. Viaggio al centro del Medioevo, catalogo della mostra (Susa, Museo Diocesano – Novalesa, abbazia dei SS. Pietro e Andrea), 25 febbraio – 28 maggio 2006, p. 222

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