I Santi della Valle
Beato Pier Giorgio Frassati
Pier Giorgio Frassati nacque a Torino il 6 aprile 1901: il padre Alfredo, senatore del regno d’Italia, fondatore e direttore del quotidiano “La Stampa”, fu ambasciatore a Berlino, mentre la madre si chiamava Adelaide Ametis. Studiò presso i Gesuiti, poi frequentò il corso di ingegneria industriale e meccanica al Politecnico di Torino, specializzandosi in estrazioni minerarie. Nel 1919, si unì ad un gruppo di studenti della Federazione Universitaria Cattolica Italiana (F. U. C. I.), movimento studentesco fondato alla fine del XIX secolo, un ramo importante dell’Azione Cattolica, che aveva tra i suoi scopi la formazione di un’élite di laici, e che divenne il centro del pensiero e della propaganda antifascista. Diventò anche membro del Partito Popolare Italiano, propendendo per l’ala sinistra del movimento, favorendo un’alleanza con i socialisti e contribuendo alla fondazione di un giornale di sinistra, Il Pensiero popolare, nel 1923. Fu arrestato nel 1921 durante il congresso della Gioventù Cattolica a Roma, e nel 1924 fu vittima della violenza fascista.
Viaggiò all’estero, specialmente in Germania, dopo che suo padre era diventato ambasciatore in questa nazione, ebbe contatti con il movimento internazionale conosciuto come Pax Romana e ne frequentò il primo congresso annuale a Ravenna nel 1921. Si fece coinvolgere nelle lotte politiche per il controllo del movimento studentesco all’università di Torino, e dopo l’assassinio di Matteotti nel 1924, si iscrisse all’Alleanza Universitaria Antifascista.
Il Beato Pier Giorgio fu anche membro attivo di diverse congregazioni ed associazioni religiose; si unì alla Confraternita del Rosario nel 1919 ed al gruppo di studenti universitari della Adorazione notturna del SS. Sacramento, l’anno seguente. Divenne terziario domenicano nel 1922, col nome di Girolamo. La scelta del nome era dovuta alla sua ammirazione per il Savonarola, il frate che fu messo al rogo nel 1498, esempio di un uomo che aveva cercato instancabilmente il bene spirituale dei suoi concittadini e che era animato dall’ardire, lontano dall’immoralità che dilagava allora, soprattutto tra le classi più alte. Era anche membro dell’Associazione San Vincenzo de’Paoli e forse, visitando i malati, contrasse una forma virale di poliomielite, dato che morì improvvisamente nel luglio 1925. Il suo funerale fu degno di nota per il gran numero di poveri che vi parteciparono. Fu sepolto a Pollone, vicino a Vercelli, luogo d’origine della sua famiglia.
La sua profonda spiritualità e le sue ardenti convinzioni politiche non erano subito evidenti in quella personalità tranquilla, estroversa e calorosa; appassionato di montagna e sci, frequentava sovente le montagne della Valle di Susa. Era intransigente quando doveva difendere la sua fede, si trattasse dell’importanza della democrazia o della verità della dottrina cattolica. La sua attività politica era motivata dalla fede: desiderava riformare lo stato in base a principi veramente cristiani, primo fra tutti la fede nell’importanza di ogni essere umano in quanto individuo amato da Dio e redento da Cristo. Nonostante la brevità della sua vita, fu un modello esemplare di vita laica vissuta appieno ed ispirata da una spiritualità personale, che includeva necessariamente un interesse attivo per il bene degli altri. Molti gruppi studenteschi universitari si sono ispirati al suo esempio, e hanno scelto il suo nome per il loro titolo.
Il Beato Pier Giorgio è stato beatificato il 20 maggio 1990. In questa occasione Papa Giovanni Paolo II ha parlato della fede e della carità come le forze che hanno dato significato alla sua vita e che gli hanno permesso di assumere un ruolo attivo, energico nella famiglia, nella scuola ed all’università, e nella società ad un livello più alto, e lo hanno trasformato in un apostolo di Cristo gioioso ed entusiasta. Secondo il Papa, Pier Giorgio ha seguito il monito di Pietro: “…adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere sempre a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi” (1 Pt 3,15).
In un messaggio ai suoi amici cattolici in Germania il Beato Pier Giorgio aveva scritto: “I Governi di oggi non conoscono il monito del Pontefice: ‘La vera pace è più frutto del cristiano amore del prossimo che di giustizia’, e preparano per il futuro nuove guerre per tutta l’umanità. La società moderna affonda nei dolori delle passioni umane e si allontana da ogni ideale di amore e di pace. Cattolici voi e noi, dobbiamo portare il soffio di bontà che solo può nascere dalla fede di Cristo”.