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I Santi della Valle

Sant'Eldrado Monaco

Sant’Eldrado nacque verso la fine dell’VIII secolo, e la sua vita fu legata a quella dell’Abbazia di Novalesa, di cui fu abate. Gli episodi più significativi della sua esistenza sono rappresentati negli affreschi della cappella a lui dedicata che si trova nei pressi dell’Abbazia. 

Egli nacque verosimilmente nell’ultimo decennio del VIII secolo in Provenza, presso il castello di Ambellis, di cui divenne signore in giovane età a seguito della morte dei genitori. L’affresco della vela superiore della prima volta della Cappella mostra il giovane Eldrado nell’atto di coltivare le vigne paterne presso un fiume. Ben presto però Eldrado rinunciò ai suoi averi per seguire l’insegnamento di Cristo e si dedicò al pellegrinaggio. Gli affreschi lo raffigurano allora in procinto di ricevere da un sacerdote i simboli del pellegrino: la tonsura, il bordone e la bisaccia. Il cammino lungo le vie del pellegrinaggio lo portò probabilmente a Santiago de Compostella; quindi, valicate le Alpi per dirigersi verso Roma, si imbatté nell’abbazia di Novalesa, allora al colmo della sua fioritura. Qui decise di divenire monaco, ricevendo l’abito di San Benedetto dall’abate Amblulfo, come mostra la quarta sezione della vela superiore degli affreschi. La rinuncia ai propri beni, l’ascesi itinerante, la scelta infine della vita di comunità, furono le prime tappe significative della vita di Eldrado, la quale si arricchì ulteriormente con l’elezione abbaziale. Egli venne scelto dai suoi confratelli con l’unica motivazione delle sue qualità personali e culturali, della sua santità. La sua attività di abate è ricordata nel Chronicon novaliciense per l’accortezza nell’amministrare i beni del monastero, per l’arricchimento apportato alla biblioteca monastica e per la fervente attività edilizia. Proprio a quest’ultima si riferisce la scena di un miracolo dell’abate Eldrado riportata sulla parete sinistra della Cappella. Nella scena rappresentata, Eldrado rende miracolosamente innocui i serpenti che infestavano il luogo prescelto da alcuni monaci per la fondazione di un monastero presso Monêtier-les-Bains*. Per queste qualità Eldrado fu amato dai suoi monaci e reputato – dice il Chronicon - “uomo fulgido per santità, pieno di sapienza, illustre pei miracoli”. Di questo è simbolo il cordoglio rappresentato dall’ultima scena della sua vita, quella relativa alla sua morte. La fama di santità dell’abate si diffuse presto tra la popolazione valsusina, e per questo motivo venne elevato all’onore degli altari vox populi e canonizzato ufficialmente nell’Ottocento.

La sua festa si celebra il 13 marzo. 

 

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